Selva Gardena
attraverso i secoli

Geologia

Le nostre montagne sono nate nel mare

Bellerophon

Le vette delle Dolomiti si sono formate per la stragrande maggioranza durante il Triassico che è durato circa da 250 a 200 milioni di anni fa. Nel Permiano superiore e nel Triassico tutti i continenti erano riuniti in un unico grande supercontinente chiamato Pangea (dal greco, significa “tutte le terre”). In mezzo vi era la Paleotetide, un enorme mare tropicale che si estendeva da est verso ovest lungo l’equatore e divideva il Pangea in due grandi blocchi collegati: la Laurasia a nord e il Gondwana a sud. Il Pangea era circondato verso l’esterno da un oceano chiamato Panthalassa (dal greco, “tutti i mari”). L’area che oggi viene chiamata Dolomiti durante il Triassico si trovava molto più a sud, all’interno della Tedide, ma vicino alla costa del Pangea, nei pressi dell’equatore. Tutte le rocce del Comune di Selva si sono formate in questo antichissimo mare tropicale. Nell’area dolomitica il fondo marino si abbassava continuamente. Questo fenomeno viene chiamato subsidenza ed è la chiave per capire come mai in un mare profondo spesso solo poche decine di metri si potevano accumulare strati di sedimenti spessi vari chilometri, diventati poi le rocce che formano le nostre montagne. Se il fondo del mare si abbassa, in superficie si forma ...

Archeologia

La vita dei cacciatori mesolitici al Plan de Frea.

Doi ciaciadëures dl Mesolitich cun n stambëch

Il Mesolitico è il periodo della preistoria compreso fra il Paleolitico e il Neolitico. L’inizio del Mesolitico nell’area dolomitica è stabilito intorno al 9.700 a. C. mentre la fine si identifica con un processo culturale definito neolitizzazione, durante il quale l’uomo è diventato stanziale praticando l’agricoltura e la pastorizia. Questo cambiamento non è avvenuto dappertutto nello stesso periodo e viene fissato in Alto Adige intorno al 5.500 a. C. Il Mesolitico rappresenta la prima fase di insediamento umano dell’area dolomitica dopo la grande glaciazione würmiana che ha avuto il suo massimo sviluppo intorno a 20.000 anni fa. In quel periodo lo scudo di ghiaccio spesso più di 1000 metri che ricopriva tutte le Alpi, e di conseguenza anche le Dolomiti, iniziò a sciogliersi, fino a 11.000 anni fa quando si ritirò nelle zone ancora attualmente ricoperte da ghiacciai. Le valli delle Dolomiti, completamente prive di vegetazione, erano pronte per essere colonizzate da piante e animali. L’uomo ha seguito i grandi branchi di cervi, caprioli e stambecchi che si stavano lentamente spostando verso l’area montana in seguito al forte riscaldamento climatico postglaciale. Prima del Neolitico, quindi prima dell’epoca in cui l’uomo poteva alimentarsi tramite l’agricoltura e l’allevamento, l’economia umana era basata esclusivamente sulla caccia e sulla raccolta ...

La storia di Selva

Dai Reti al Romani fino alla fine del 1800

Val cun a man ciancia l Ciastel de Val. Dessot la ustaria de Val y l vedl Schießstand. Ntëur l 1905.

Già nell’Età del Bronzo e del Ferro (850-15 a. C.) il territorio delle Alpi centrali era abitato da varie popolazioni e, quando arrivarono i Romani, tutti questi abitanti complessivamente venivano chiamati “Rhaeti”. Di quale etnia si trattasse non è poi del tutto chiaro. Gli studiosi, ancora oggi, disputano se fossero di origine etrusca o celtica, teoria quest’ultima sostenuta dalla maggior parte di essi. La Rezia era per i Romani, ai tempi di Augusto (cioè dall’anno 15 a. C.) solo una regione amministrativa e la gente che ivi viveva non era riconosciuta come popolo della stessa origine. Gli abitanti della nostra terra avevano sicuramente combattuto fin quando era stato loro possibile contro la dominazione romana, ma non avevano certamente avuto nessuna possibilità di vincere contro un esercito tanto bene organizzato come quello di Roma. Così i Reti persero molto lentamente la loro identità durante l’occupazione romana e la loro lingua si mescolò al latino. Ancora oggi, nella nostra parlata, sono rimaste molte parole di origine retica, come ad es. “crëp” (monte), “roa” (frana), “troi” (sentiero), “barantl” (pino mugo), “dascia” (frasca) e così via. Il fatto che anche i Romani abbiano abitato in qualche zona della nostra valle è dimostrato da vari reperti archeologici provenienti da tombe romane (p. es. a S. ...

I castelli

Castello di Vallunga. Ruderi Ciastelat. Castel Gardena.

L ciastel "Fischburg" coche l ie al didancuei

I ruderi del Castello di Vallunga “Wolkenstein”Il Castello di Vallunga, attaccato alla roccia come un nido di rondini sulla Steviola (la prima roccia a sinistra entrando nella Vallunga) fu sicuramente costruito tra gli anni 1200 e 1235 da antenati dei conti di Wolkenstein, come castello di caccia o forse da qualche cavaliere fuggitivo che non poteva abitare più in altri grandi castelli del territorio. Sembra che il Castello di Vallunga sia stato tuttavia abitato anche durante tutto l’anno. Non c’è nessuna prova, ma solo supposizioni basate sul modo di costruire, che faccia datare questa costruzione ai tempi dei “Cavalieri Predoni”. In una scrittura degli “Atti notarili di Bolzano” del 1237 si parla più volte di un certo Arnoldus von Wolkenstein (che prendeva il nome da questo castello) che potrebbe esserne stato il primo abitante. Arnoldus era un discendente dei signori di Castelrotto i quali pare comandassero sulla nostra valle. I suoi discendenti furono Heinrich von Kastelruth chiamato “il Maulrapp” i cui figli Rupert, Fritz e Ulrich nel 1293 avevano rinunciato ai loro diritti sul castello e la giurisdizione di Wolkenstein, vendendola a Randolf von Villanders / Pardell. Il nome al castello Wolkenstein non fu dato dagli antenati del conte, ma probabilmente dal luogo. Il termine ...

Lo stemma dei Wolkenstein

Blason di grofs de Villanders - Blason di Maulrappen - Blason metù adum (blason ufiziel dl Chemun de Sëlva)

Lo stemma, diventato blasone ufficiale del Comune di Selva dal 1968 grazie a una delibera della Giunta Regionale Trentino-Alto Adige, era originariamente quello dei conti di Wolkenstein e il conte Konrad fu il primo nel 1370 ad adottarlo come suo. Esso è anche presente come stemma di Michael von Wolkenstein-Trostburg nella basilica gotica di Barcellona in Spagna. I quattro riquadri riuniti insieme rappresentano le nuvole arrotondate nel cielo azzurro e le cime appuntite delle montagne. E’ il risultato dell’unione di due antichi emblemi, quello dei conti di Villanders/Pardell e quello dei Maulrappen di Trostburg-Kastelruth (Castelrotto), che insieme hanno formato la famiglia dei Wolkenstein, in seguito al matrimonio di Federico von Wolkenstein con Caterina Villanders-Trostburg. La più antica rappresentazione dello stemma nella nostra località è quella che ancora si può vedere sopra la porta della cappella (vecchia sagrestia) della chiesa di Selva. Sul muro sopra la porta di ciò che è rimasto del Castello di Vallunga non c’è il nostro blasone, ma quello dei Maulrappen di Fischburg. Nei libri sui nostri castelli vi sono diverse immagini dei membri della famiglia che avevano cambiato l’emblema con varie decorazioni, per mettere meglio in mostra i titoli e le onorificenze ricevute. I colori dello stemma originale ...

Selva 1914-1945

Il periodo tra le due grandi guerre

Sëlva da Burdengëia ju.

Il Sud-Tirolo era in effetti già stato promesso in segreto dagli alleati all’Italia con il Trattato di Londra del 1915 e, dopo, con il Trattato di St. Germain del 1919, ciò accadde definitivamente. Il censimento della popolazione austriaca, che considerava i ladini come italiani, per il fatto che non avevano nessuna lingua scritta e quella parlata non era considerata lingua amministrativa, aiutò lo Stato Italiano a pretendere il confine del Brennero. Il fatto che i ladini fossero stati considerati italiani agevolò i rappresentanti del nazionalismo italiano per incamerarli e con loro naturalmente anche i sud-tirolesi di lingua tedesca. La politica adattò ai suoi scopi il censimento della popolazione. In Italia, nel 1922 andò al governo il fascismo ed Ettore Tolomei, nominato da Mussolini Senatore del Regno nel 1923, iniziò ad attuare il suo programma di 32 punti con la denazionalizzazione e la italianizzazione del Sud-Tirolo. Dopo una prima fase di sottomissione culturale, seguì la seconda fase di sottomissione economica. Ai sud-tirolesi non rimase altro che chiudersi in se stessi. Michael Gamper, con le sue “Scuole Catacombe”, in cui veniva insegnata di nascosto la lingua tedesca, fu il simbolo della resistenza del nostro popolo. La politica fascista iniziò nell’anno 1923 con l’intenzione ...

Il trenino della Val Gardena

La ferata passa suflan sëura Crestan ite.

Sulla ferrovia della Val Gardena sono state scritte poesie, canzoni, una quantità di articoli e diversi libri, uno dei quali nel 1992, dalla prof.ssa Elfriede Perathoner di Ortisei. In questa pubblicazione viene trattata molto dettagliatamente la storia di questo che fu affettuosamente chiamato “il trenino della Val Gardena”. Nell’ambito della cronaca di Selva vanno ricordate le date e gli avvenimenti di maggiore importanza. La storia della ferrovia, in Europa, cominciò nel 1814: la prima locomotiva a vapore fu costruita dall’ing. George Stephenson e viaggiò in Inghilterra (tra Darlington e Stockton). In Austria il primo treno fece la sua comparsa 20 anni dopo. La “Linea Sud” da Bolzano a Verona venne aperta nel 1859 e quella tra Innsbruck e Bolzano nel 1867. Questo nuovo mezzo di locomozione dette un grande impulso al turismo nelle Alpi, spostando nello stesso tempo il traffico dalle strade ai binari. Certamente la ferrovia del Brennero rappresentò un danno per moltissimi padroni di cavalli e di locande, dove si trascorreva una notte o qualche giorno, ma nello stesso tempo c’era molta più gente che si spostava e questo fece aumentare negli anni successivi il lavoro degli albergatori, dei negozianti e degli artigiani. La larghezza dei binari è di solito ...

Personalità

Bera Arcangiul Lardschneider de Ciampac (1886-1950) cun n saudé.

Naturalmente ci sono nel nostro paese svariate persone che hanno dato e fatto molto per la nostra comunità ed è assai difficile dare un giudizio sui loro meriti senza dimenticarne qualcuna o farle torto. Si pensi a tutta la gente che si è impegnata nell’ambito delle associazioni, della politica comunale, dell’economia, ma anche e soprattutto nel settore sociale lavorando silenziosamente e senza mettersi in mostra. Di seguito sono indicate solo le personalità che si sono fatte conoscere non soltanto a livello locale per i loro meriti e quelle che sono state riconosciute e premiate ufficialmente dall’amministrazione comunale.Oswald von Wolkenstein (1377-1445)Figlio di Friedrich von Wolkenstein, discendente dai signori di Villandro e secondo di tre figli e quattro figlie, nato nel 1377 (a Trostburg o a Schöneck in Val Pusteria), morto nel 1445 a Merano e sepolto a Novacella (Bressanone). Oswald perse un occhio già da piccolo in una festa di carnevale o, secondo altri studiosi, già dalla nascita. Egli fu tra i nobili del 14esimo e 15esimo secolo una delle persone più interessanti e discusse. Cantastorie, avventuriero, ambasciatore, cavaliere e grande amante del bel vivere, ma anche delle donne, ebbe una vita terribilmente movimentata, piena di alti e bassi, sperimentando la gloria, ...

La vita religiosa

Il paese di Selva e la Chiesa

Mëssa nevela de pater Irenäus Nocker da Cësanueva. Ann 1945.

I primi missionari in Val Gardena L’inizio della cristianizzazione della Val Gardena è legato alla nascita della diocesi di Trento: dopo la cristianizzazione della provincia romana Raetia, S. Vigilio (383-405) cominciò la sua attività di missionario a Trento. Quando nel VI secolo fu costruita la sede vescovile sul masso roccioso di Sabiona (Jevun) sopra Chiusa, questa diventò il luogo di riferimento per il territorio della Val Gardena. Nel 901, quando il re Ludovico regalò il territorio al vescovo di Sabiona Zacarias von Meierhof Prishna, la sede fu spostata a Bressanone. L’anno 999 è la prima volta in cui viene nominata la parola Gardena in un documento scritto. A quel tempo il conte bavarese Otto von Andechs aveva ceduto al vescovo Gottshalk von Freising un pezzo di bosco sul margine a nord della valle che oggi è Val Gardena, scrivendo “forestum ad Gredine”. L’anno 1091 questo territorio fu ceduto al vescovo di Bressanone Altwin (1049-1097). La Val Gardena fu evangelizzata dalla parrocchia di Albions che era parrocchia già nel 798 e che aveva la competenza su tutta la parte centrale della Val d’Isarco. Intanto, nel XII secolo, Laion era diventata parrocchia e comprendeva anche la Val Gardena. Soprattutto nel tempo dell’Avvento e durante la Quaresima ...

Amministrazione comunale

La prima cësa de chemun, ntlëuta mo cun l tët spiz a cater pertes.

I sindaci di SelvaA Selva ci sono stati questi sindaci: Josef Nocker - Frata nel 1851 Josef Anton Perathoner - Frëina dal 1869 al 1882 Anton Senoner - Ronch dal 1882 al 1885 Mathias Comploi - Tieja dessot dal 1885 al 1891 Ujep Anton Riffeser - Tieja dal 1891 al 1894 Josef Mussner - Ruacia dal 1894 al 1909  Ujep Anton Riffeser - Tieja dal 1909 al 1912 Franz Perathoner - Col dal 1912 al 1919 Ujep A. Lardschneider - Tina dal 1919 al 1922 Vincenzo Riffeser - Maciaconi dal 1922 al 1924 Francesco Komploi - Tieja dessot dal 1924 al 1926 Dal 1926 in avanti fino al 1945 i sindaci (podestà o commissari prefettizi) furono nominati dal Prefetto di Bolzano cambiando più volte e ricoprendo l’incarico sempre solo per breve tempo: Cav. Gilberto Gaiani nel 1926 Barone Raimondo de Buffa della Scarletta nel 1927 Dott. Renzo Sartori nel 1927 Lodovico Donati dal 1929 al 1934 Prof. Leone (Leo) Delago dal 1934 al 1938 Dr. Vincenzo La Porta nel 1938 per breve tempo Ing. Arturo Tanesini dal 1938 al 1940 Emilio Comici (per 7 mesi) nel 1940 Giuseppe Antonio Vinatzer - Scimon dal 1941 al 1942 Prof. Primo Bidischini dal 1942 al 1943 Adolf Senoner - Vastlé dal 1943 al 1944 (nominato dall’amministrazione militare tedesca) Francesco Mosna - Pinter (hotel Flora) dal 1945 al ...

La scuola

Sculeies y seniëur Bastian Kostner (1828-1908), expositus dal 1856 al 1900 te Sëlva.

Chi più chi meno, tutti siamo andati a scuola e conserviamo dei bei ricordi di maestri e compagni, di scherzi e punizioni. E nel frattempo la Scuola d’Arte, che ha insegnato un mestiere a migliaia di nostri concittadini, ha dovuto chiudere i battenti per mancanza di alunni.La scuola dell’infanzia “Surëdl”La prima scuola dell’infanzia nella nostra località fu aperta alla fine degli anni 1920 (1928 o 1929) nella Villa Augusta per conto della ONARIC (opera nazionale di assistenza all’Italia Redenta nelle zone di confine) e rimase in funzione fino al 1943, quando la nostra valle fu occupata dalle truppe tedesche. Qualcuno un po’ più anziano si ricorda ancora di questi piccolini, tutti vestiti uguali, con un grembiulino nero. In questa scuola dell’infanzia veniva ovviamente insegnato solo in lingua italiana ed erano ammessi unicamente bambini di famiglie che avevano optato per l’Italia. Più che altro erano figli di governanti, perché la gente del luogo non dimostrava alcun interesse. Dopo la Seconda Guerra non ci fu per lungo tempo nessuna scuola materna e appena il 3 ottobre del 1963 fu aperto di nuovo un asilo ricavato in un’ala della sede del vecchio comune in piazza della chiesa, dal sindaco Rudi Kasslatter. La lingua parlata alla ...

La lingua ladina

Doi mutons che liej "La Usc di Ladins", zaita che vën ora dal 1991 un n iede al’ena

La lingua ladina: evoluzione e prospettiveLe vallate ladine, benché non siano rimaste immuni dalle allettanti suggestioni dell’eteronomia e da un radicale travolgimento economico-comportamentale sono riuscite in parte a conservare i propri tratti distintivi, in primo luogo quelli linguistici. Nelle valli ladine si è svolta per lunghi secoli una silenziosa e appartata vita agricolo-pastorale. Queste terre erano lambite appena dalle grandi correnti culturali e politiche contermini. È solo nel Novecento che entrano definitivamente e pienamente a far parte della cultura europea. Il turismo ha trasformato radicalmente il tenore della vita quotidiana. Eppure, queste vallate, benché non siano rimaste immuni dalle allettanti suggestioni dell’eteronomia e da un radicale travolgimento economico-comportamentale, sono riuscite a conservare alcuni tratti distintivi, in primo luogo quelli linguistici. I ladini delle Dolomiti – detti anche ladini sellani – abitano nelle valli che si dipartono a raggiera dall’imponente massiccio centrale del Gruppo del Sella (Mëisules: la cima più alta è il Piz Boè a 3152 m): la Val Gardena (Gherdëina); la Val Badia (con la laterale valle di Marebbe: Mareo); la Val di Fassa (Fascia) con la località di Moena, il Livinallongo (Fedom) con l’abitato di Colle Santa Lucia (Col) e Cortina d’Ampezzo (Ampëz). Le valli ladine si articolano in 18 comuni, ...

Il turismo a Selva

La tradizion de fé defiledes per i seniëures ie unida su bele dan la segonda viera. La defileda ta Caspier ntëur l 1955.

La storia dell’organizzazione turisticaLa storia dell’organizzazione turistica di Selva è documentabile appena dal 1938, quando fu istituita ufficialmente l’azienda turistica. Affinché Selva fosse riconosciuta come zona degna di meritare ufficialmente il titolo di località di cura e turismo, il luogo doveva già avere una certa importanza ed essere riconosciuto a un indiscusso livello già da prima. Lo sviluppo turistico nella nostra zona può essere dedotto più che altro dalla storia dell’alpinismo, degli sport invernali, della costruzione di impianti di risalita e antichi alberghi. Il turismo è cominciato con i primi alpinisti che d’estate iniziavano a scalare le nostre montagne e il “Club Alpino austro-tedesco - DÖAV” ha avuto un gran merito in tale sviluppo. Nel 1902 era già stato stampato il primo libretto riguardante i nostri monti, la“Guida della Val Gardena”, per dare informazioni ai forestieri che volevano andare in montagna. All’epoca c’era già anche un collegamento fisso con cavalli da Ponte Gardena fino a Plan e così pure un orario stampato del ”Servizio Posta e Passeggeri da Ponte Gardena”. L’inizio del turismo invernale può essere datato quasi una trentina di anni dopo quello estivo, anche se gli sport invernali, soprattutto lo slittino venivano già praticati a Selva intorno al 1900. Il club degli ...

Alberghi storici

L alberto Vallunga te Val (ncueicundi Caserma di Carabinieri). A man ciancia l mesc de Ciampac y n toch dla Villa Palua

Al giorno d’oggi Selva possiede 76 alberghi (hotel e pensioni). Inoltre ci sono svariati bar, pizzerie e baite. Per questa pubblicazione sono stati scelti soltanto gli alberghi storici, vale a dire quelli fabbricati prima della Seconda Guerra Mondiale. E’ chiaro che la gran parte degli attuali hotel è stata costruita dopo la guerra, negli anni sessanta e settanta, e hanno oggigiorno solo circa 40 anni. Gli alberghi storici sono elencati secondo l’anno di costruzione.Albergo Croce d’Oro / RuncacL’albergo Runcac (più tardi Croce d’Oro) esisteva sicuramente già prima del 1600. Il primo gestore conosciuto fu nel 1553 Parlme Schmalzl (oste a Runcac) e dopo Baldassar Peratonner (1631-1693). Nell’archivio della parrocchia di S. Cristina è indicato nell’anno 1716 un certo Kassian Perathoner - oste a Runcac. Su una vecchia fotografia si può vedere lo stemma di Perathoner con la data 1673 scolpita sul muro; questo dimostra che probabilmente in quell’anno sono stati fatti lavori di ingrandimento alla costruzione. La casa di Runcac è legata storicamente al Castel Gardena (Fischburg) e al patibolo del Col dala Forcia e del Col dala Pelda. La storia tramandata oralmente vuole ancora ricordare al giorno d’oggi che nelle cantine del vecchio albergo c’erano le prigioni e qualche strumento di ...

Impianti di risalita

La utia Comici y l prim schilift ti prei da Sela ntëur l 1950.

L’iniziativa di costruire impianti funiviari a Selva fu in gran parte di forestieri fino agli anni dopo il 1970. Ancora dopo la Seconda Guerra e negli anni 1968/70, quando il turismo invernale mostrava già tutte le sue potenzialità, la nostra gente non aveva il coraggio di prendere iniziative in proposito. Così la maggior parte degli impianti a fune (Ciampinoi, Dantercëpies, Piz Sella, Forcella Sassolungo e Ruacia-Sochers) fu costruita con la partecipazione maggioritaria di investitori da fuori valle. Solo i piccoli impianti scioviari furono costruiti da gente del posto, per lo più dai padroni dei terreni. La capacità di trasporto degli impianti era, fino agli anni 1960, solo di un qualche centinaio di persone all’ora per ogni impianto e tutti gli impianti di risalita di Selva, messi insieme, arrivavano appena a 1.000 persone l’ora. Cifre precise esistono solo dal 1982 in poi, in cui la capacità oraria degli impianti di Selva era di 29.670 persone all’ora, l’anno 1990 già di 34.026, l’anno 2000 di 43.228 e l’anno 2010 di 53.053 persone/ora. Il numero degli impianti è andato poi diminuendo negli anni; se ce n’erano nell’anno 1970 in Val Gardena e sull’Alpe di Siusi 86, nell’anno 2010 sono solo più 75, e 37 di questi ...

La storia dell'alpinismo

Ghetun, benedescion dla bandiera di scizri, 1902.

Scalate e guide alpineIntorno al 1850 ebbe inizio la scoperta dei nostri monti da parte di alpinisti e pionieri di tutta Europa, ma soprattutto da parte di gente proveniente dall’Austria-Ungheria (anche il nostro territorio faceva parte di quella monarchia fin dopo la Prima Guerra Mondiale) e da parte di pionieri inglesi. La gente del posto non manifestava grande interesse per le montagne, avendo ben altri problemi di sopravvivenza, in un territorio tanto difficile da lavorare. Con l’inizio del turismo, qualcuno aveva cominciato ad arrampicare, perché era considerato un buon lavoro far da guida ai forestieri che pagavano molto bene. L’andare su per le montagne era un capriccio di chi era benestante. Già nel 1869 era stata fondata a Bolzano una sezione del Club Alpino tedesco/austriaco (DÖAV) ed il 2 luglio del 1885 nacque anche la sezione della Val Gardena con il suo primo presidente Fritz Gedon e dopo, dal 1886 al 1888, con Franz Moroder e dal 1888 al 1894 con Josef Moroder (tutti di Ortisei dove il turismo era già iniziato qualche anno prima). Nel 1887 questa associazione pubblicò già una prima guida dei sentieri della Val Gardena, insieme ad una lista delle tariffe dovute alle guide alpine e aveva ...

Rifugi alpini

La utia de Puez (fata de breies) aldò de na cherta uriginela scrita ai 28 de lugio 1910 (a man ciancia)

Con il nascere dell’alpinismo si è presentata anche la necessità di costruire qualche rifugio nel territorio, un po’ più vicino alle montagne. Nei paesi c’erano già alberghi arredati anche molto bene, ma bisognava camminare diverse ore per raggiungere l’attacco delle scalate e, dato che c’era il rischio di un cambiamento del tempo, ci si rese conto assai presto che c’era bisogno di offrire un ricovero vicino ai monti. I rifugi di Selva furono costruiti per la maggior parte già alla fine del 1800. Dopo sono solo state aggiunte alcune baite lungo le piste da sci, ma senza alloggio e aperte solo durante la stagione. Ospizio di Passo GardenaNel 1896 fu aperto l’ospizio sul Passo Gardena (dove era già successa una gran quantità di disgrazie soprattutto d’inverno a causa di slavine) da parte di un’associazione di albergatori di Ortisei. Questo rifugio fu dato in affitto a terzi, con l’impegno di tenerlo aperto tutto l’anno, in modo da poter prestare sempre aiuto a coloro che ne avessero avuto bisogno. Il Passo Gardena era di grande rilevanza nella storia delle valli ladine ed era stato per millenni il sentiero più importante tra la valle dell’Isarco, la Val Gardena, Colfosco, Campolongo, Arabba, Livinallongo e la ...

Lo sport dello sci

Travert de na garejeda metuda a jì dal Schi club Sella ntëur l 1920. Dovia da udëi la cëses de Plazola, Tina y Col.

L’inizio degli sport invernali a SelvaNel Sud delle Alpi gli sport invernali cominciarono a diffondersi alla fine del 1800. Uno dei pionieri fu Adolf Kind, originario delle Alpi Occidentali, a più di 500 chilometri dalla Val Gardena. In quegli anni anche nelle Dolomiti si ebbero i primi contatti con lo sci. Nel 1893 il signor Jocl Castlunger di Colfosco osò fare i primi passi con questi attrezzi. Egli fu poi incaricato dal DÖAV (associazione alpinistica tedesco/austriaca – sezione di Bamberg) di costruire una baita sul Gruppo del Sella. Castlunger andò in seguito in Austria e in Germania per raccogliere informazioni e lì sperimentò dei congegni che avrebbero potuto alleggerirgli il lavoro. Così nacquero i primi sci, che erano ancora molto semplici e che giunsero a solcare i colli innevati delle nostre valli fino allora mai toccati dall’uomo.Qualche anno più tardi, anche la Val Gardena sperimentò lo sport dello sci grazie a Vigil Pescosta, un vicino di casa di Castlunger che rimase affascinato da queste assi di legno e riuscì ad averne un paio. Nel 1897 Pescosta si trasferì a Ortisei per imparare a scolpire il legno e, con il suo entusiasmo giovanile, portò con sé anche gli sci, per poter muoversi ...

La scultura nel legno

Te scola d’ert ntant l nseniamënt cun l maester Hans Delago cun n valguna sculées che mpera a ziplé.

Commerciare, scolpire, lavorare al tornio e dipingere sono stati per anni il sostegno più significativo per il benessere della nostra gente e hanno anche aiutato a far conoscere la nostra vallata sotto il profilo turistico.La gente volenterosa della Val Gardena (e soprattutto quelli di Selva), che viveva di quei pochi campi risecchiti e sterili, aveva dovuto, già da più di 100 anni, cercarsi qualsiasi mezzo di sostentamento al fine di poter tirare avanti. Il mercato del bestiame e la vendita di una parte del prodotto dei campi e soprattutto di legname non erano sufficienti al mantenimento di una famiglia e bastava qualche piccola disgrazia nella stalla, per dover vendere il maso e abbandonare la valle. Nel 1600 si guadagnava qualcosa di più a vendere merletti che venivano confezionati dalle donne e che gli uomini andavano a smerciare fuori dalla valle. Grazie alla loro diligenza e costanza essi furono capaci, con l’artigianato, di aggiungere qualche altra fonte di guadagno. Già nel 17° secolo si dedicarono dunque alla scultura di opere sacre, statue, altari e così via (Trebinger e Vinazer) e statuette in legno o giocattoli per bambini. Il primo scultore documentato sembra essere stato Christian de Trëbe, nato intorno al 1580 a S. ...

Economia

Botteghe e negozi. Banche a Selva.

L Pomifichi univa d’instà cun l carët dala versura trat da n musciat. Ntëur l 1925.

NEGOZII primi negozi di chincaglieria furono aperti a Selva dopo il 1850 e si trovavano più che altro all’interno di qualche albergo: Plan, Caspier (attuale panificio), Rustlea, La Gërva, Runcac e Maciaconi. Ancora prima che venissero aperti dei negozi c’era qualche venditore ambulante che smerciava la sua mercanzia, anche utilizzando il locale di qualche albergo o andando casa per casa. La più vecchia data riferita a un negozio sembra essere il 1762: “Paul Mussner Cramer in Khaspier Haus” (Paolo Mussner venditore nella casa Khaspier) mentre nel 1858 c’era lí “Christina Mussner Kramer” (venditrice) a Caspier. Si potrebbe pensare dunque che la casa del panettiere Costa possa esser stata la più antica sede di un mercante. In Val Gardena la spesa principale veniva fatta più che altro ai mercati, dove, sin dai tempi antichi, si andava regolarmente a Chiusa e ai due mercati tradizionali di Selva, uno in primavera e l’altro in autunno.Il negozio Sartëur (attuale Supermarket Senoner accanto all’albergo Flora), che vendeva stoffe, ferramenta e alimentari, fu aperto da Ujep (Giuseppe) Antonio Senoner nel 1880. L’iscrizione alla Camera di Commercio avvenne nell’anno 1900. Suo padre, che era sarto (“sartëur”) aveva abitato e esercitato il mestiere nello stesso stabile precedentemente.La villa Riffeser fu ...

Telecomunicazione

Posta. Telefoni. Radio.

PostaNel 1859 venne aperto a Ortisei il primo ufficio postale e, se da Selva si riceveva o mandava qualche lettera, bisognava recarsi a Ortisei. Alcuni anni dopo Carl Pitscheider dell’osteria Posta (La Gërva) - nato nel 1830 - cominciò ad andare ogni giorno a Ortisei con i suoi cavalli a prendere la posta e così “La Gërva” diventò il punto di riferimento per coloro che aspettavano qualche missiva. Dopo di lui suo figlio (anche lui di nome Carl), nato nel 1877, si prese l’impegno di andare a ritirare e distribuire la posta. A Selva il primo ufficio postale imperiale (“K.u.K Postamt”) fu aperto ai primi di dicembre del 1873, due anni prima di quello di S. Cristina, sempre presso l’albergo La Gërva (Posta) e il primo responsabile fu Carl Pitscheider. Nel 1897, d’estate, la diligenza da Ortisei fino a Plan veniva due volte al giorno portando anche la posta. I figli dell’albergatore de La Gërva la distribuivano e chiedevano per questo servizio un soldo da quelli che ricevevano una lettera. Per usare il telegrafo si poteva dal 1890 andare a Ortisei, mentre a Selva questo servizio fu istituito solo alla fine della Prima Guerra Mondiale.Quando nel 1924 un incendio distrusse l’albergo La Gërva, ...

L'agricoltura

Te ciamp sa Guton. A man ciancia anda Levijia cun la mana, tamez bera Iacun Perathoner. Ann 1934.

Il lavoro da contadino rappresenta le nostre radici ed è per merito dei nostri avi se Selva conserva ancora un bell’aspetto e delle belle tradizioni. I primi masi nominati nella sua storia già nel XII secolo sono: Ruacia, Dorives, Ciablon, Daunëi, Larciunëi, Cëdepuent, Fussél, Ciajea e Plan.L’anno del contadino prima del 1960I nostri antenati, ma anche i nostri concittadini più anziani, hanno vissuto più che altro facendo i contadini e hanno sopportato per molti anni una vita di stenti. Di seguito un breve racconto di come si svolgeva il lavoro nei masi nell’arco di dodici mesi. Lavorare nei campi era una grande fatica. Ogni anno, a primavera, nei terreni coltivati a segala o orzo, si doveva riportare con carriole a carrucola in cima ai campi la terra che durante l’anno era scivolata verso il basso. Questo lavoro molto faticoso veniva fatto di primavera, dopo il disgelo. In seguito si poteva arare il terreno. I contadini un po’ più agiati aravano con un cavallo e quelli che non se lo potevano permettere facevano questo lavoro con i buoi. Dopo l’aratura il contadino seminava (segale, orzo o avena) con una grande cesta e la semenza veniva ricoperta dopo di terra, trascinando l’erpice attraverso i campi. Poichè ...

Associazioni

Mëinacrëp de Gherdëina dan la Prima Gran Viera.

Aiutarsi l’uno con l’altro, impiegare al meglio il proprio tempo libero, stare insieme, sentirsi uniti in comunità, sviluppare la propria cultura, mantenere le tradizioni: questi sono gli scopi delle nostre associazioni ormai da più di cento anni. È una grande soddisfazione vedere quali grandi valori vengono ancora offerti al giorno d’oggi. Associazioni culturali, sociali e del tempo libero di SelvaSelva ha un’antica e consolidata tradizione nel campo del volontariato e della vita associativa, tanto che è per ogni cittadino una questione di onore fare parte di almeno un sodalizio. Molti abitanti, specie se discendenti dalle famiglie più antiche del nostro paese, hanno nei loro armadi ancora i bellissimi costumi tradizionali, mentre le famiglie giovani preferiscono usufruire dei costumi messi a disposizione dalle varie associazioni. Anche nel campo sociale, Selva può contare su diversi sodalizi disposti a intervenire e aiutare chi ne avesse bisogno. Di seguito saranno indicate brevemente le associazioni attive nel paese, ma solo delle più grandi e tradizionali sarà descritta brevemente la storia.Associazioni culturaliCori di Selva, Banda Musicale, Compagnia degli Schützen, Associazione Folcloristica “Cultura y Usanzes”, Teater Sëlva, Gruppo Ballo Popolare, Coro femminile “Exultate”, Gruppo “Hosianna”, Coro dei Bambini, Gruppo gioventù, Associazione “pro Museo”, Biblioteca “Oswald von Wolkenstein”, “Jëuni de Mujiga de Gherdëina”, Associazione “Nëus ...

Il tempo

Stranezze del tempo a Selva e nei dintorni della valle

15.000-10.000 a. C. Un pezzo di montagna sotto al Ciandepinei scivola giù nello smottamento del Vajon (La Sëlva) e blocca la valle a Dorives. Si forma il lago di La Poza e con il passare degli anni si fa strada, taglia la valle e l’acqua forma il torrente Gardena. 15 a. C Il comandante dei Romani Druso si impadronisce della Rezia, passando attraverso le nostre valli. Anni di scarsa neve, scrive, trascorrendo l’inverno qua e là nelle nostre vallate e sui passi e i valloni circostanti. circa il 340 d. C. Esondazioni nelle vallate retiche (anche in Val Gardena), che portano i torrenti a straripare e a cercare nuove strade.  1222: Terremoto nella valle e nei dintorni.  1348: Notevole sisma nelle Alpi dalla Val Venosta fino al Friuli. Numerosi morti nel nostro territorio e nelle valli adiacenti. Nella Val di Fassa e in quella di Fiemme scoppia la peste. Potrebbe darsi che il castello di Vallunga sia stato distrutto in tale occasione dalle scosse di terremoto, facendo cadere un pezzo dello Steviola.  1493 e 1499: Un’esondazione di grandi proporzioni causa danni alle proprietà. 1600: Grande siccità, non piove per nove mesi.  1649: Il 22 e 23 ottobre esondazioni di grandi proporzioni nel territorio intorno al Sella. 1684: Inverno ...

Date interessanti

9000-5000 a. C. Nel 1977 vengono scoperte al Plan de Frea tracce di insediamenti che risalgono pressappoco da 9.000 fino a 5.000 anni avanti Cristo. 800-500 a. C. Sentiero Paian che passa attraverso il Juac verso Vallunga, su per Frea per andare in direzione della valle di Livinallongo. 800-15 a. C. Le Alpi vengono abitate dai “Reti”. 15 a. C. I Romani invadono le Alpi. 383-405 d. C.  Cristianizzazione della Val Gardena da parte del Vescovato di Trento. 500-600 d. C.  Jevun (convento di Sabiona sopra Chiusa) è il nuovo Vescovato che ha la competenza sulla Val Gardena. 901 d. C.  Il vescovo sposta la sua sede a Bressanone. 999 d. C.  La parola Gherdëina “Forestum ad Gredine” viene menzionata per la prima volta in un documento. 1100  La diocesi di Freising (vicino a Monaco di Baviera) ha il diritto di utilizzare i monti di Gralba, Ciavazes, Frea, Dantercëpies e dei prati del Nives. 1140-1160  A metà nel XII secolo la Val Gardena viene annessa alla parrocchia di Laion. 1200-1235  Viene costruito il Castello di Vallunga. 1237  Viene nominato per la prima volta “Wolckhenstain” insieme con Arnoldus von Wolkenstein. 1293  Il Castello di Vallunga e tutta la giurisdizione vengono venduti a Randolf von Villanders. 1348  Molta gente muore di peste (la grande moria). 1363  Margarethe Maultasch consegna a Rudolf IV di Asburgo tutta la contea del Tirolo. Da qui in avanti siamo ...